Il testo originale del libro di Tommaso Fazello |
Amari definisce il racconto del Fazello una favola |
Dopo aver ottenuto la sottomissione di ciò che rimaneva di Selinunte e dei casali vicini, l'esercito berbero-andaluso rivolge le proprie mire espansionistiche su Palermo, città in quel periodo marginale rispetto ad altre nell'isola e che subirà praticamente un genocidio e una sostituzione etnica. Sono proprio le fonti islamiche, e non quelle cristiane, a narrare l'evento e la crudeltà del martirio dell'antica Panormus. Siamo intorno all'anno 830-831 d.C e cito lo storico musulmano di etnia curda Ibn al-Athir che narra così la presa della città:
I musulmani si diressero allora verso la città di Palermo e la assediarono e la strinsero. Il principe chiese allora la salvezza per se stesso, per la sua gente e per i suoi beni, e avendola ottenuta, se ne andò per mare al paese dei rum (i romani d'oriente). I musulmani entrarono nella città nel mese di ragab dell'anno 216 (settembre 831 d.C) e non vi trovarono altro che tremila uomini, mentre ve ne erano stati durane l'assedio settantamila ed erano morti tutti. Ebbero luogo tra i musulmani di Ifriqiya (più o meno l'attuale Tunisia) e quelli di al-Andalus dissensi e contestazioni, ma poi giunsero ad un accordo.
Tremila superstiti dei settantamila abitanti iniziali, se non è un genocidio questo, poco ci manca!
Ci sarebbe da chiedere infatti da dove venivano poi quei presunti trecentomila abitanti (cifra ovviamente esagerata) della Palermo kalbita che tanto decantano coloro che rimpiangono inspiegabilmente la Palermo "araba" che tra l'altro appunto, come detto sopra, araba non era, semmai berbera e andalusa. Ebbene, oltre a subire un ripopolamento con amministratori di Ifriqiya e di al-Andalus, la nuova capitale della nascente provincia islamica di Sicilia (o di Ṣiqilliyya) si ingrandirà man mano che la lunghissima e sanguinosa conquista proseguirà a scapito delle altre città siciliane. Molti degli abitanti delle città espugnate verranno infatti progressivamente deportati a Palermo spesso come schiavi o come dhimmi. Gradualmente le forze islamiche occuparono (ed in molti casi ottennero la sottomissione dei cittadini cristiani per paura di sperimentare i martiri di Selinunte e di Palermo) le città di Caltabellotta, Agrigento, Trapani, Corleone e Platani, considerando la conquista del vallo di Mazara come quasi tutta conclusa intorno all'anno 840 d.C quando gli ultimi casali si arresero. Si conclude con diversi massacri la conquista della Sicilia occidentale. Più difficile sarà la conquista della Sicilia orientale, ma di questo ne parleremo nei prossimi episodi.