lunedì 21 marzo 2016

La cruenta conquista islamica di Sicilia (prima parte)

Tra i tanti miti da sfatare c'è anche quello che riguarda la modalità e la tempistica della conquista dell'isola da parte delle forze musulmane. Tante volte infatti ho sentito e/o letto improbabili commenti del tipo che i siciliani erano stanchi delle pesanti tassazioni di Costantinopoli e che avrebbero addirittura aperto le porte all'invasione islamica accogliendo gli stranieri a braccia aperte. Ma in realtà è proprio la violenza e l'impervia resistenza a sradicare e sfatare questa leggenda. Mi occorre infatti una divisione in più parti per parlare della conquista islamica dell'isola tanto è stata lunga e difficoltosa. Infatti se i saraceni sbarcano a Mazara del Vallo nell'anno 827 d.C, è anche risaputo che le ultime resistenze cristiane libere furono sottomesse soltanto nel 965 con la caduta di Rometta. Di questa conquista abbiamo poche fonti, le cronache di Roma e Costantinopoli tendono a tacere o a parlarne marginalmente, così come anche le fonti franche, ma disponiamo però della preziosa cronaca di Cambridge e di altre fonti provenienti dalla parte islamica sia contemporanee che successive, Una di queste ci viene da al-Nuwayri che ci racconta la fase iniziale dello sbarco a Mazara. Il pensatore egiziano ci tramanda che l'emiro Ziyadat Allah I raccolse il suo esercito e mise come capo della spedizione Asad Ibn al-Furat di origine persiana. La flotta salpò da Susa presumibilmente il 14 giugno 827 ed arrivò a Mazara del Vallo il 17 giugno 827. Questa armata partita per la jihad in Sicilia non era composta soltanto da arabi (che sarebbe il termine etnico per indicare gli abitanti indigeni della penisola arabica), come erroneamente si pensa, ma era molto composito. Oltre molto probabilmente ad Eufemio e la sua schiatta di fedelissimi seguaci siciliani e bizantini si aggiungeva, tramandato dalla breve nota di Ibn Idari, un gruppo eterogeneo capitanato si da un persiano ma che era composto in gran parte da ribelli berberi, da forze andaluse (di al-Andalus, ovvero l'Iberia musulmana) e quindi infine anche da arabi veri e propri. Arrivati a Mazara questi fecero della cittadina del sud ovest siciliano il loro quartier generale, una volta ottenuto questo piccolo territorio si diressero verso Siracusa, la capitale dell'isola e che era anche stata sede imperiale ai tempi di Costante II. Conquistando la città aretusea i musulmani si sarebbero garantiti sostanzialmente la vittoria, ma non fu così. Questi giunti alle porte di Siracusa la assediarono ma gli abitanti resistettero in attesa di aiuti esterni che però arrivarono solo in maniera scarsa perché Costantinopoli era impegnata a difendere il simultaneo attacco all'isola di Creta che verrà poi conquistata dai musulmani e solo Venezia inviò dei rinforzi come soccorso alla città. Siracusa continuò a resistere fin quando la scarsezza delle provviste, l'epidemia che costò la vita ad Asad Ibn al-Furat e l'arrivo di una potente flotta da Costantinopoli, che nel frattempo aveva perso Creta e quindi non poteva perdere anche un'altra isola importante, sciolse l'assedio e Siracusa si era salvata. A questo punto i musulmani si diedero alle razzie del territorio circostante assediando ed ottenendo la resa di Mineo qualche giorno dopo. Adesso il traditore Eufemio con la morte di Asad, sperava di diventare il leader della spedizione e fece da guida all'esercito islamico che si divise in due: una parte andò a devastare il territorio attorno ad Agrigento mentre l'altra capitanata da Eufemio si dirisse ad assediare Enna. Qui Eufemio trovò una debole resistenza iniziale delle guarnigioni locali che in un primo momento decisero addirittura di riconoscere l'autorità del traditore sulla città dell'entroterra siciliano ma in realtà fu uno stratagemma per assassinare il rinnegato. A questo punto Michele II inviò una flotta da Costantinopoli comandata da Teodoto che inizialmente fu sconfitto dai musulmani attorno Enna ma riuscì a capovolgere la situazione iniziale rompendo l'assedio, inseguendoli e sconfiggendoli a Mineo. Nello stesso momento i musulmani delle campagne di Agrigento si ritirarono dalla città dei templi e si accamparono a Mazara. Arrivati a questo punto le ultime forze musulmane rimaste sull'isola erano ridotte alla sola base di Mazara del Vallo, in questo momento l'isola era stata liberata dagli invasori. Ma nei prossimi episodi vedremo cosa accadrà successivamente.