lunedì 14 marzo 2016

Il tradimento di Eufemio (823 - 827)

La figura di Eufemio da Messina è una delle più enigmatiche della storia siciliana, per qualcuno un grande patriota mentre per altri il vero responsabile dell'invasione islamica della Sicilia, per questo motivo ho deciso di scrivere un capitolo a parte su di lui in modo tale da conoscere meglio il personaggio in questione ed avere una propria idea su di lui. Nato verosimilmente nella città dello stretto (almeno a giudicare dal nome) egli divenne in breve tempo uno dei turmarchi e degli ottimati più importanti della flotta dell'impero romano d'oriente, tanto che con i suoi successi militari (si racconta, forse esageratamente, che fosse in grado di dominare il Mediterraneo centrale con la sua armata) si era guadagnato il timore di Costantinopoli tanto che l'imperatore Michele II il Balbo lo accusò di aver sposato la suora Omoniza e decise di inviare Costantino a sollevarlo dall'incarico. Eufemio e i suoi fedelissimi si ribellarono e sconfissero le milizie rivali. Con questa vittoria il messinese si proclamò imperatore di Sicilia (nell'anno 823) portando la capitale del nuovo regno siciliano nella sua città natale. Sfortunatamente egli nominò come signore di Palermo il cugino Alemanno Palata che, forse ammaliato dagli ori bizantini o forse innamorato anche lui di Omoniza, lo tradì ed unì le sue forze con gli uomini rimasti fedeli a Costantinopoli. Eufemio fu sconfitto da questa coalizione e fu costretto a fuggire in Nord Africa presso gli Aghlabiti, che dominavano un territorio pressappoco corrispondente all'attuale Tunisia e alla Tripolitania, dove trovò riparo presso l'emiro Ziyadat Allah I al quale chiese aiuto per organizzare uno sbarco in Sicilia per riprendersi il regno perduto. L'emiro di Raqqada accettò e capì che l'ingenuo Eufemio gli aveva consegnato su un piatto una terra ricca, prospera e soprattutto centrale nella lunga lotta tra gli arabi e i nemici bizantini, così organizzarono una potente flotta di circa diecimila unità (forse la cifra è un tantinello esagerata) prevalentemente berbera e andalusa con minoranze di arabi ma capitanata dal persiano Asad ibn al-Furat, discendente da una famiglia di tradizioni militari immigrata in Ifriqiya, che partì molto probabilmente dalla baia di Sousse e dopo tre giorni di navigazione raggiunse Capo Granitola presso Mazara del Vallo il 17 Giugno dell'anno 827 d.C. E' l'inizio di una lunghissima guerra che durerà quasi centoquaranta anni, ma di questo ne parleremo nel prossimo post.